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Attività
e testimonianza dei giovani della nostra parrocchia
“Fine
ultimo dell’ A. C. R. è educare i ragazzi a testimoniare nei varia
ambienti e, in particolare, tra i coetanei, la gioia di vivere e di
essere discepoli del Signore Gesù, così che, con l’esempio della
loro vita e con la semplicità della loro parola, rendono presenti i
valori evangelici nelle varie comunità e nei vari ambienti contribuendo
a trasformarli dal di dentro” (
Progetto A. C. R., pag. 82).
Questa è l’A. C. R.!! E’ la scelta di chi decide di vivere in un
modo armonico senza tralasciare niente della propria personalità, di
chi sceglie di essere compagno di strada dei suoi amici, di chi ha
capito e fatto regola di vita la Parola di Gesù.
Chi fa parte dell’ A. C. R.? Prima di tutto ci sono loro: i Ragazzi!
Con la loro vivacità, allegria, ma anche problematicità, voglia di
scoprire il mondo e in cerca di risposte ai loro dubbi, sono al centro
dell’A. C. R. Non solo loro sono i soggetti da educare, ma sono un
dono prezioso, una marcia in più per chi ha scelto di stare insieme a
loro. Ed ecco la seconda figura dell’A. C. R.: gli Educatori.
L’essere
Educatore è in primo luogo una “ risposta d’amore” ad una
chiamata amorevole che il Signore fa a ciascuno di noi. Essere
coscienti di ciò aiuta a riscoprire la gioia di tutti quei piccoli
grandi gesti che concretizzano giorno per giorno il servizio educativo.
Anche gli educatori sono chiamati a “rallegrarsi”
per il compito che gli viene assegnato anche se a volte si
sentono inadatti, però scelti dal suo Amore provvidente. Ma è
importante svolgere questo compito con gioia ( ma se….proprio con
felicità, contentezza!) nella convinzione che è difficile e
meraviglioso e nell’umiltà di riconoscere che non lo si sta facendo
da soli. Poi c’è
la Famiglia e “A. C. R. nella sua specifica qualificazione
quanto a contenuti, obbiettivi e metodologia, intende contribuire in
stretta collaborazione con la famiglia di ogni ragazzo, alla crescita
umana e cristiana di questi….. A
questo punto riguardo l’A.C.R. punta sostanzialmente a un tipo di
collaborazione che può essere definita da tre versi: informare,
coinvolgere, sensibilizzare.” ( Progetto A.C.R. ) .
L’A. C. R. poi collabora con l’associazione, vive nella comunità
sentendosi appartenente e sollecita l’impegno dell’intera comunità.
Tutto questo è presente nella nostra parrocchia.
Ormai da anni l’ A.C.R. si propone a tutte quelle famiglie e ragazzi
che vogliono vivere un’esperienza ecclesiale e sociale davvero unica.
Non c’è solo l’incontro settimanale ma anche esperienze che
permettono a ogni ragazzo e ragazza di sentirsi davvero protagonisti. Ci
sono le recite, le feste, le gite, i momenti di riflessione
comunitarie…. E tante altre iniziative che permettono la
crescita dei ragazzi. |
I nostri baby – associati sono circa una
settantina una ma ogni anno lievitano sempre di più, proprio perché l’acierrino
– doc testimonia con la sua stessa vita la gioia di appartenere a un
gruppo che lo fa crescere. L’A. C. R. parrochiale esprime il bisogno
di aprirsi agli altri che diventa compagnia, amicizia, associazione. Si
apre anche a chi è in difficoltà, vive in istituti, proviene da
famiglie povere e disagiate per offrire a tutti splendide possibilità.
Con
la nascita del sito internet della parrocchia di “San Nicola”, nasce
anche la pagina sui giovani. Questa pagina parla di come è formato il
gruppo giovani nella nostra parrocchia. I giovani della nostra
parrocchia si riuniscono una volta a settimana per discutere sulle varie
problematiche dei giovani. Proposte del nostro parroco Don Giuseppe
Ciavarella, i vari argomenti di cui si discute sono la vita, la
fede,ecc…
Su
questi argomenti ci confrontiamo mettendo a confronto le nostre idee,
con cui possono nascere spunti per una nuova attività, possiamo pure
darci risposte alcune domande a cui la vita che viviamo non ci ha saputo
rispondere.
In questo gruppo si fanno anche “ritiri giovanili” dove si
esce dal proprio paese per andare ad incontrare ragazzi di altri paesi
per confrontare le nostre idee con gli altri e quindi aiutarci a
vicenda.
Non
è soltanto un ritiro spirituale che i giovani fanno sempre, è anche un
momento di divertimento, di giuoco, dove ognuno di noi per conoscere
l’altro, non solo come pensiero, ma anche come persona che vive a
contatto con la SOCIETA’.
La
cosa, che quest’anno ha
dato a noi giovani molto più spirito di iniziativa, è che abbiamo
avuto come diocesi di San Severo il 3 gennaio la Croce Pellegrina che
per noi giovani come per tutti i cristiani è un simbolo molto
importante; poiché essa è il simbolo del cristianesimo, Gesù è la
voce della verità che si trova al di sopra di tutto
e tale rimarrà per sempre, attraverso il succedersi delle epoche
storiche.
L’incoronazione del figlio di Dio è la salvezza che Egli ha operato
con la sua morte e resurrezione, sono dunque il vero criterio per
giudicare la realtà temporale e ogni progetto che mira a rendere la
vita dell’uomo sempre più umana. Oltre a essere una figura cristiana,
noi giovani le diamo anche un simbolo di sofferenza e a cui noi doniamo
un significato che va oltre la mente umana e l’assurdo. Noi giovani
abbiamo posto vari significati su cui è doveroso riflettere:
-
è il segno della vita che nasce dalla morte;
-
è il segno della quotidianità condivisa con chi soffre;
-
è il segno dell’unità come scelta di presenza e
testimonianza;
-
è il segno della verità tradita e della fedeltà di difesa;
è il segno di un amore che quotidianamente si regge su ogni immagine e
forma di amore umano perché può insegnare cosa vuole dire amare. Azione
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