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Parrocchia San Nicola

-Torremaggiore-

 

III Catechesi comunitaria

 

LA  PRUDENZA

 

"La virtù è una disposizione abituale e ferma a fare il bene. Essa consente alla persona, non soltanto di compiere atti buoni, ma di dare il meglio di sé. Con tutte le proprie energie sensibili e spirituali la persona virtuosa tende verso il bene; lo ricerca e lo sceglie in azioni concrete"(Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1803).

Con il termine 'virtù' intendiamo dunque degli atteggiamenti abituali, non occasionali, che nel loro insieme descrivono un'immagine di uomo o di donna redenti da Gesù e operanti con efficacia nella storia.


Noi rifletteremo sulle virtù cardinali: PRUDENZA, GIUSTIZIA, FORTEZZA, TEMPERANZA come atteggiamenti fondamentali che definiscono un progetto cristiano di uomo e di donna; esse, a partire soprattutto da sant' Ambrogio e in seguito da sant'Agostino e da san Tommaso, delineano la persona che agisce conformemente al Vangelo. Ma insieme a queste quattro virtù chiamate anche umane, considereremo pure le tre virtù cosiddette soprannaturali, divine: fede, speranza e carità. Tutte e sette insieme ci danno la perfetta figura dell'uomo santificato da Cristo Gesù, dell'uomo pienamente redento.

Una riflessione sulle virtù non ci aiuta semplicemente ad approfondire la nostra conoscenza catechetica o teologica, bensì ci permette di vivere meglio, di impegnarci a essere più buoni, più giusti, più veri, perché ci appassionano al meraviglioso disegno che Dio ha su ciascuno di noi, disegno di espansione umana e divina.

Non a caso il Catechismo della Chiesa cattolica tratta delle virtù nella parte dedicata a "La vocazione dell'uomo"; esse devono appassionarci e farci innamorare di questa vocazione. "Il fine di una vita virtuosa" - scrive san Gregorio di Nissa - "consiste nel divenire simili a Dio".

 

1. Che cos'è la prudenza?

In realtà, questa parola non suona tanto bene nel mondo attuale. Prudenza per noi significa essere cauti nella guida della macchina, osservare le regole stradali, stare attenti a non mangiare e a non bere troppo, ecc. Nella tradizione greca e patristica, e in quella biblica in cui è riflessa con altri nomi, la prudenza significa molto di più.

* Anzitutto evoca la sapienza, cioè la capacità di vedere alla luce di Dio i fatti e le azioni umane da compiere.

* Prudenza vuol dire anche discernimento, capacità di distinguere, tra le azioni da programmare, ciò che porta a Dio e ciò che ce ne allontana.

* Inoltre, prudenza significa senso di responsabilità, cioè agire facendosi carico delle conseguenze delle proprie azioni.

* Infine, la prudenza (che la Bibbia -lo ripeto - chiama spesso sapienza) esprime, nella tradizione biblico-patristica, un altro concetto che sarà ripreso da san Tommaso: quello del decidere con realismo e concretezza, del non tentennare, del non aver paura di osare. È ben diverso dal nostro concetto di prudenza che invita a esitare, a essere cauti!

 

 

2. Da dove deriva la prudenza?

* Così intesa, la virtù della prudenza viene dallo Spirito santo: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti" (cioè ai prudenti secondo il mondo) "e le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11, 25).

* La virtù della prudenza viene anche dall'esercizio del discernimento, dall'esercitarci a giudicare con oggettività secondo Dio.

* Infine, la prudenza che ci è data dallo Spirito santo e dall'esercizio del discernimento, viene pure da una certa abitudine al silenzio, alla calma, evitando la precipitazione nei giudizi e nelle azioni.

 

Comunicare la parola

Vi affido alcune domande alle quali potrete rispondere rimeditando, nei prossimi giorni, su questa riflessione comune:

* Tra le sette virtù che abbiamo nominato, quale oggi mi appare più importante e perché?

* Per la mia vita personale, familiare, professionale, quali virtù considero più necessarie?

* Quali sono ai nostri giorni i difetti più vistosi contro la prudenza nel parlare, nel pensare e nell'agire? dove ci ha portato, per esempio, l'imprudenza nella gestione delle realtà sociali, civili, politiche? e quali circostanze, invece, favoriscono la prudenza? in quale modo possiamo educarci di più a esse?

 

(A CURA DI DON PIETRO FABBRIZIO)

        

 

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