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ADESIONE  A.C. 2010
messaggio del presidente Lucia Colletta

 

  Il momento dell’adesione dovrebbe essere uno dei più belli ed entusiasmanti della vita associativa.

L’adesione all’A.C. è dire il proprio sì ad un ideale di vita; per molti questo sì è nella linea della fedeltà, per altri è l’occasione per un primo incontro con una esperienza di cui hanno sentito parlare e che vogliono fare propria.

Non si può essere di A.C. per qualche mese o per qualche anno, perché essa si basa su un ideale che non è temporaneo. Essa vuole proporre ai laici cristiani un modo di vivere con maggiore pienezza la vita cristiana, un ideale che si accoglie come una chiamata di Dio ad essere nel mondo e nella chiesa secondo uno stile evangelico. I laici di A.C. sono persone che amano la vita e amano il loro tempo, un tempo nel quale sono chiamati da Dio ad essere “sale della terra e luce del mondo”.

Essere di A.C. significa assumere la vita della Chiesa come la vita della propria famiglia, vivendo in essa con spirito di figli. Lo Statuto dell’A.C. dice che chi aderisce all’associazione fa sua la stessa finalità della Chiesa, cioè l’evangelizzazione, con il compito di portare il Vangelo in maniera comprensibile alle persone del proprio tempo e del proprio ambiente.

Si è di A.C. perché si ha il desiderio dell’incontro profondo tra le persone, perché si conosce la bellezza e la fatica del mettersi insieme per costruire fraternità in vista della testimonianza cristiana. Tutto ciò è particolarmente importante nel tempo in cui viviamo, fatto di grandi solitudini e individualismi che spesso generano sofferenza ed emarginazione.

E se qualcuno ci chiede si sia necessaria una tessera per essere buoni cristiani impegnati , rispondiamo che l’adesione è il gesto con cui una persona si impegna a contribuire con la preghiera e la propria disponibilità alla vita dell’associazione. Quanto, poi, al sostegno economico, esso è il mezzo attraverso cui l’A.C. può continuare ad esistere e a mantenersi libera.

La nostra associazione parrocchiale, che ha una  lunga tradizione, sta vivendo le difficoltà che in tante altre realtà hanno portato addirittura alle fine di questa esperienza. Alcuni aderenti non rinnovano la loro adesione per motivi che noi rispettiamo, soprattutto in un periodo di crisi come questo che stiamo vivendo, ma dobbiamo  chiederci se non sia anche nostra responsabilità non aver saputo proporre un modello di vita associativa che entusiasmi e faccia superare le difficoltà che spesso si incontrano a livello personale e di relazioni tra i soci e tra i gruppi. Essere famiglia associativa significa accogliere le persone quando ci sono, cercarle quando per un po’ di tempo perdono i contatti con noi.

Perciò invito tutti a vincere l’abitudine che non ci fa più apprezzare la bellezza di ciò che stiamo vivendo e ci fa dimenticare che essere di A.C. è una chiamata di Dio e non una nostra iniziativa o il non saper dire di no alle persone che ci hanno avvicinati.

Do  pertanto il benvenuto ai nuovi soci e auguro loro di trovare occasioni di arricchimento per la loro vita spirituale e umana, a tutti gli altri auguro di ritrovare quell’entusiasmo con cui si sono avvicinati per la prima alla nostra associazione.

Invochiamo l’aiuto di Maria, la donna del sì, affinchè ci aiuti nel difficile compito del servizio a Dio e ai fratelli.

Voglio infine ricordare la necessità della formazione e gli appuntamenti che riguardano noi adulti: la quarta domenica del mese, dopo la messa vespertina, per le coppie; il 2^ e il 4^ giovedì del mese, alle ore  16,30, per tutti gli altri.

 

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