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RELAZIONE DEL GRUPPO DI STUDIO DELLA PARROCCHIA
SULL'AMBITO DELLA "VITA AFFETTIVA"
DEL 4° CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALE DI VERONA

E' in atto nella nostra società una profonda trasformazione influenzata da un crescente aspetto di multietnicità e multireligiosità dovuto a un continuo ed intenso processo di immigrazione da varie parti del mondo: medio-oriente, oriente, Africa, est-europeo...

Gli usi e costumi in campo sociale e religioso degli immigrati incidono in modo più o meno profondo sulla nostra struttura sociale, religiosa, etico-morale con conseguenze rilevanti e talora contrastanti e col rischio di offuscare la nostra identità cristiana cattolica.

Per la verità era già in atto da qualche decennio una trasformazione nella società italiana tendente ad una maggiore liberalizzazione dei costumi e conseguente modificazione dei concetti di etica, morale e religione, che ha inciso negativamente portando ad un progressivo impoverimento affettivo nella vita di relazione dominata da una cultura dell'individualismo e dell'egoismo, dell'edonismo (con la ricerca del piacere a tutti i costi), del caduco (con perdita del concetto del "per sempre").

Ciò è riassumibile in un globale "analfabetismo affettivo", in "immaturità affettiva" e relazionale. La famiglia, come parte basilare e integrante della società, ha subito profonde trasformazioni perdendo progressivamente la sua centralità.

I genitori, un tempo investiti "naturalmente" del ruolo di educatori, supportati dalla autorevole figura dei nonni, hanno ormai ceduto tale compito ad altre figure istituzionali (come ad esempio la scuola) intervenendo spesso nei conflitti tra i figli e le istituzioni a difesa "aprioristica" e cieca delle posizioni dei figli, sminuendo in tal modo la autorevolezza degli educatori istituzionali.

La famiglia si è impoverita progressivamente nell'esercizio quotidiano della vita relazionale, soffocata dai molti impegni dei suoi componenti che utilizzano l'ambiente domestico come casa-albergo, dove mancano i momenti di aggregazione vera, di scambi di idee e di comunione di intenti. Come può intervenire la comunità parrocchiale per cambiare questo stato di cose?

Cosa si può fare perché la famiglia possa riacquistare il suo ruolo di centralità nella educazione alla vita affettiva?

Come si può inculcare nelle persone il concetto del "per sempre" in contrapposizione ad una cultura e ad una attività politica tendente ad avallare situazioni di precarietà dei legami affettivi? Come si può far capire ai giovani l'importanza della sacralità della vita in tutte le sue espressioni sin dalle fasi del concepimento?

In che modo si può valorizzare l'esperienza e la saggezza dell'età avanzata nell'aiutare i ragazzi ed i giovani nella loro crescita?


Sulla base di tali premesse il nostro gruppo.ha strutturato le seguenti proposte:

1) istituzione a livello interparrocchiale o diocesano di corsi di formazione tenuti da esperti in sociologia/psicologia/antropologia sui problemi di relazione tra persone rivolti a:

-           adolescenti/giovani

-           adulti

-           nubendi, giovani coppie

-           sacerdoti/educatori

2)        istituzione di corsi per giovani coppie a livello interparrocchiale sulla educazione dei figli          

 

3)        istituzione di un "centro di ascolto" nella sede della parrocchia per incontri tra le famiglie con il fine di conoscersi per scambi di opinioni e incontri conviviali.

4)        istituzione in ogni parrocchia di una "sede aperta", accessibile in ogni momento della giornata e fruibile da tutti i parrocchiani ove poter parlare, discutere, progettare e realizzare attività teatrali, ludiche, musicali, ecc.

5)        istituzione in ogni parrocchia di un punto di ascolto e di accoglienza ove si possa rivolgere chiunque abbia un problema personale o familiare per ricevere suggerimenti, consigli, aiuti

6)        istituzione in ogni parrocchia di un centro per anziani ove poter organizzare le proprie attività di supporto a tutti i livelli nella parrocchia

7)        istituzione di corsi specifici e approfonditi di antropologia per i seminaristi della facoltà di teologia

proposta ai parroci della città di coabitare nella stessa canonica per sperimentare lo "stare insieme" e quindi la relazione con gli altri e per condividere meglio opinioni e scambi culturali e di iniziative interparrocchiali

                             

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