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RELAZIONE
del CONSIGLIO PARROCCHIALE CITTADINANZA
Prima di iniziare questa relazione, riteniamo di riportare una
frase di Giovanni Paolo II, il quale ebbe ad affermare che
“l’appartenenza alla famiglia umana conferisce ad ogni persona una
specie di cittadinanza mondiale, rendendola titolare di diritti e di
doveri, essendo gli uomini uniti da una comunanza di origine e di
supremo destino”. Esiste una cittadinanza di tipo economico, oggi intaccata in modo
tangibile dal fatto che l’attività lavorativa non ha più quella
forza e quello spessore che aveva un tempo, per cui l’accesso al
lavoro non garantisce più la cittadinanza, in quanto la progressiva
precarizzazione delle attività occupazioni non permette più o fa
diventare più difficile realizzare un progetto di vita nell’ambito
della identità sociale della persona. Altro aspetto negativo viene
identificato nel fatto che nella società odierna la cittadinanza
economica si sviluppa essenzialmente per ciò che uno ha e non per
quello che uno fa. Nella
società attuale viene meno la netta divisione tra il pubblico ed il
privato, la politica si trasforma e diventa massificata e populista,
fatta di eventi ed emozioni più che di obiettivi e di programmi. La
televisione sottrae la politica agli spazi pubblici per introdurla nel
privato, negli spazi domestici eliminando di fatto la partecipazione. La
cittadinanza politica viene così ad affievolirsi, asciugando
completamente la partecipazione fattiva alla vita decisionale della
propria città e della società in genere. Esiste
una cittadinanza della terza età, in cui trovano spazio quelle
persone tra le più deboli della società, quegli anziani che non
trovano accoglienza all’interno delle
proprie famiglie o che una famiglia non ce l’hanno e che hanno bisogno
di tutto, dall’assistenza morale a quella sanitaria. Esiste
una cittadinanza dei minori ed una degli emarginati, in cui si
allocano i minori a rischio, gli extra comunitari, i rom, categorie che
tutti evitano o guardano con diffidenza. Che
cosa fare? Come
cercare di compensare queste linee di evoluzione che appaiono
maggiormente negative e preoccupanti? E’
innegabile che vi sono mutamenti che ormai sono difficilmente
modificabili. La
tendenza a ricercare gratificazioni nell’immediato e a mal sopportare
frustrazioni nel presente in cambio di gratificazioni nel futuro è
abbastanza noto. Obiettivo
importante della comunità cristiana è quello di inculcare nelle
persone e specialmente nei giovani la strategia che un ragionevole
sacrificio di oggi produrrà un grande beneficio domani. Importante
diventa sradicare l’assunto che il consumismo è di vitale importanza
all’interno della vita individuale. Restituire
dignità al lavoro ed alla professionalità piuttosto che
all’arrivismo ed alla scalata sociale. Problemi
difficili da affrontare e da risolvere, in quanto le esperienze legate
al piacere ed all’apparire hanno conquistato ormai uno spazio che non
si restringerà tanto facilmente e velocemente. La
fragilità individuale e l’isolamento della persona non si risolverà
tanto facilmente, anche perché non sarà facile ricostruire una rete di
gruppi che possa sostenere persone e cittadini all’interno di una
società che sta facendo evaporare “il capitale sociale” di
relazioni e fiducia, sia interpersonale che verso le istituzioni. E’
qui che occorre investire. Suscitare
fiducia, partecipazione e solidarietà all’interno della comunità, è
questo l’obiettivo da porsi. Occorre
far diventare interessante la forza e la bellezza della relazione
personale che si prolunga nel tempo e che si appoggia non tanto sulla
immediatezza della gratificazione, ma sulla costanza dei rapporti. Evidenziare
in modo massiccio la differenza tra la merce e gli uomini. Inculcare il
concetto di perseguire il bene comune, ossia l’insieme di tutte quelle
condizioni della vita sociale che permettano tanto ai gruppi, quanto ai
singoli di vedere da vicino la perfezione. La prima responsabilità della persona è quella di lavorare per diventare autenticamente cittadino del mondo. La
responsabilità del cristiano è quella di indagare la vita per aiutare
la comunità ecclesiale a declinare i valori assoluti enunciati dal
Vangelo. Purtroppo
oggi, dal punto di vista delle esperienze personali, anche quelle
spirituali e religiose vengono vissute in modo meno coinvolgente e meno
determinante per la persona. Le
esperienze vengono vissute in maniera da potersene svincolare senza
grossi svantaggi al momento del bisogno. E’ in questo senso che la
società dei consumi diventa dominante. Per esempio: il tipo di
orientamento nell’acquisire una relazione, un’esperienza, anche di
tipo spirituale e religioso, che nel passato aveva una cogenza ed un
peso estremamente importante ed un coinvolgimento profondo di tutta la
persona, in una società in cui domina un’etica di consumo, questa
relazione tende ad essere più superficiale, perché in questo modo
posso svincolarmi quando voglio e mi lascia quindi più libero. Occorre,
a questo punto, mettere in atto strategie contro ogni logica che
discrimina la persona. Specifici
episodi avvenuti nell’ambito cittadino, presentati da quanti fanno
volontariato nell’ambito della parrocchia, sono stati affrontati e
risolti dal parroco, presenza forte e costante nella comunità. Il
gruppo ha sottolineato come sia indispensabile, innanzitutto, che le
eventuali problematiche legate alla vita parrocchiale siano conosciute,
per consentire a ciascuno di poter mettere a disposizione le proprie
conoscenze e/o abilità utili non solo al bene della comunità
parrocchiale, ma dell’intera cittadina; ovviamente, tutto ciò deve
rifarsi ai principi dottrinali della parola di Dio, posti in essere con
l’aiuto spirituale del Parroco. 1.
Nell’ambito
parrocchiale sono presenti due Case Accoglienza per anziani istituite e
gestite dalla Parrocchia che, in assenza di strutture pubbliche, svolge
assistenza a favore dei meno abbienti o comunque nei confronti di coloro
non autosufficienti. Tale attività assorbe energie
economiche - molto spesso insostenibili — in quanto non sostenute da
“rette a tutti i costi” e, pertanto, si deve spesso ricorrere al
banco alimentare gestito dalla Caritas per limitare i costi. Forte in tale
ambito è la presenza dei volontari parrocchiali che, mettendo a
disposizione tempo e abnegazione, affiancano i pochi dipendenti. L’intreccio di tali energie e
risorse favorisce una vita dignitosa a chi, ospite delle Case
Accoglienza, trova da parte di coloro che operano non solo una
disponibilità materiale, ma anche umana. Tale realtà non può essere
considerata come patrimonio esclusivo della Parrocchia, ma essa deve
rappresentare un punto di riferimento duraturo della città e l’intera
comunità cittadina deve impegnarsi affinché tale patrimonio non venga
meno. Tuttavia, come comunità
parrocchiale si ritiene che la presenza delle Case Accoglienza non debba
essere considerata esclusivamente nell’ottica della sostituzione di
opere pubbliche inesistenti sul territorio comunale, bensì come vero
momento di una moderna evangelizzazione nei confronti di persone
fragili, che trovano, in tali strutture, conforto materiale e
soprattutto spirituale mediante la presenza massiccia del Parroco e
delle Suore che vi prestano la propria opera. 2.
Dal
1995 sono stati portati avanti n.5 progetti a favore di minori e
disabili e, precisamente: -
un progetto ex Legge 216 del 18.7.1991 per il sostegno scolastico ai
bambini disagiati extracomunitari e nomadi, ed a favore di ragazzi
reduci da attività
criminose; -
un progetto per il recupero di aree degradate esistenti all’interno
della comunità parrocchiale e che ha visto impegnati circa 40 minori; -
un progetto promosso dalla Comunità Europea nominato “Civitas” che
ha visto impegnati minori in stato di disagio e disabili; -
un progetto promosso dalla Comunità Europea nominato “Progetto
Giocolandia” con cui si è realizzata una ludoteca per minori da -
un progetto ex L.R.n.285 in favore dei bambini in
stato di disagio familiare. 3.
Sono stati realizzati altri quattro progetti di grande
importanza, quali: -
il progetto “Villaggio Sociale”, concernente attività
ludiche, ricreative e manuali a favore di anziani e minori disabili, con
l’ausilio dei giovani del Servizio Civile; -
il progetto “Raggio di Sole”, relativo alla assistenza a
minori nell’ambito del sostegno scolastico ed al disagio minorile, con
l’ausilio dei giovani del Servizio Civile; -
il progetto “I tempi della Terra”, concernente attività di
studio della storia e delle tradizioni della nostra comunità locale, da
cui è scaturita un pubblicazione di notevole interesse e che ha visto
impegnati un numero considerevole di giovani e di anziani; -
il progetto “Sport in gamba”, riservato a giovani della
comunità per l’attuazione di attività sportive di varia natura; 4.
Con l’ausilio della Caritas si è data assistenza a
circa 50 famiglie e minori
tra extracomunitari e nomadi; 5.
Si è attuato e si sta tuttora attuando il progetto
sociale denominato “Messa alla Prova”, riservato a persone
recluse per delitti contro le persone ed il patrimonio, al fine di
tentare il loro reinserimento nella società in attività di assistenza
a favore di anziani bisognosi e persone disabili; 6.
Il Parroco è stato il promotore della nascita
dell’Associazione di volontariato “ 7.
Alla Parrocchia fa capo l’unica Associazione cittadina
dell’AGESCI, la quale comprende circa 100 persone tra adulti, giovani
e ragazzi; 8.
E’ stato istituito un gruppo di volontariato “Madre
Teresa di Calcutta” che, con l’ausilio di n.4 Suore della Carità,
presta la propria opera caritatevole presso le due Case di Accoglienza
per anziani sopraindicate; 9.
L’istituto delle Suore Ancelle, con l’ausilio della
Parrocchia, si occupa, tra le altre cose, dell’affido temporaneo di
minori a rischio. 10.
Le altre attività riguardano essenzialmente la gestione e
la cura spirituale dei ragazzi, dei giovani e degli adulti dell’Azione
Cattolica, sia in termini di catechesi che in termini di convegni e
ritiri spirituali. Se
le attività sopra descritte sono individuabili fisicamente, altre
invece sono le difficoltà riscontrate per far fronte ai bisogni di
altri soggetti della società quali ad esempio gli Immigrati, che non
hanno punti di riferimento istituzionali perché molto spesso sono
“clandestini” e che, quindi, ricorrono alla Parrocchia ed al
Parroco, quale unico interlocutore. Il
Gruppo ritiene rilevante attivare tutte le iniziative utili affinché
essi escano dalla clandestinità, rilevando che molti degli Immigrati
non sono a conoscenza che, per effetto dell’allargamento dell’Unione
Europea, possono regolarizzare la loro situazione, con notevole
possibilità di sbocchi lavorativi o di inserimento sociale. E’
emerso altresì come sia indispensabile informare le famiglie che
utilizzano spesso le donne immigrate come “badanti” — ma
clandestine — che la loro regolarizzazione assicurativa permetterebbe
a costoro “una vita” basata sui diritti e sui doveri, pari ai
cittadini italiani. Ciò vale ovviamente anche per le aziende presenti
sul territorio che spesso utilizzano i cittadini stranieri. La loro
regolarizzazione - ha evidenziato il Gruppo - eviterebbe situazioni al
limite della liceità, che spesso sono oggetto di cronaca. Sogno
nel cassetto della Comunità parrocchiale è quello di realizzare una
Casa Famiglia per minori in situazioni di disagio, progetto ambizioso
che si intende perseguire con tenacia. Il
Gruppo, così come emerso dal Convegno, ritiene che oggi più che mai si
avverte l’esigenza di luoghi di ricezione e di elaborazione di una
nuova antropologia Cristiana, affinché Ciò
sarà possibile solo in presenza di una scelta di vita condivisa. In
pari modo, il Gruppo ritiene indispensabile che Il
Gruppo rileva come sia indispensabile che Nell’ambito
della parrocchia vi sono esperienze di laici impegnati nel sociale e in
quello politico-istituzionale che all’occorrenza si renderebbero
disponibili ad affiancare il parroco per la risoluzione di problemi di
varia natura. Queste
persone conservano un buon rapporto con la comunità parrocchiale e
vivono la vita e le esperienze della comunità, anche se spesso vivono
due vite parallele, con poca possibilità di agire in sinergia. Infatti,
al di là di poter portare la propria esperienza di vita cristiana nel
proprio ambito di impegno sociale o politico, come potrebbe essere
quello lavorativo, molto spesso si resta troppo isolati. Si
finisce per vivere il proprio impegno sociale e politico, fermo restando
i valori e principi in cui si crede e poi vivere la vita di comunità
come se fosse una cosa a sé stante ed è qui che bisogna intervenire
per “arruolare forze nuove” alla causa della carità cristiana. Si
ritiene che per poter vivere l’impegno sociale o politico in maniera
efficace sia necessario un maggior interessamento alle responsabilità
per la città ed in particolare per la comunità parrocchiale, tra
l’altro in forte crescita, stante che Ci
si riferisce, soprattutto, all’impegno politico-istituzionale che
sarebbe necessario con il proficuo apporto di coloro che vivono nella
comunità parrocchiale. Non
si può continuare a tenere la comunità parrocchiale distante da quello
che può essere l’impegno politico, inteso come interessamento ai
problemi della città o ai problemi che quotidianamente ogni cittadino
è costretto ad affrontare..
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Sito della Parrocchia di San Nicola - Torremaggiore (FG). |