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                                         RELAZIONE  del CONSIGLIO PARROCCHIALE

 Gruppo di lavoro ambito 5 :

 CITTADINANZA

 

            Prima di iniziare questa relazione, riteniamo di riportare una frase di Giovanni Paolo II, il quale ebbe ad affermare che “l’appartenenza alla famiglia umana conferisce ad ogni persona una specie di cittadinanza mondiale, rendendola titolare di diritti e di doveri, essendo gli uomini uniti da una comunanza di origine e di supremo destino”.

             Questa considerazione ci fa riflettere e ci rende consapevoli che ognuno di noi è “cittadino del mondo”.

             Diversi sono i tipi di “cittadinanza” che oggi siamo in grado di distinguere:

           Esiste una cittadinanza di tipo privato, molto difficile da individuare nella realtà delle odierne generazioni, le figure di marito e  padre o di moglie e madre, che in precedenza erano le chiavi di accesso alla cittadinanza della istituzione famiglia stanno diventando figure obsolete, il tutto si evolve verso relazioni maggiormente limitate nel tempo, la forma familiare si evolve verso relazioni limitate nel tempo in cui la dimensione emozionale e della scelta soggettiva diventano centrali rispetto alla legittimazione sociale dell’unione, l’individualità prende il sopravvento sull’aspetto sociale legato ai ruoli familiari ed alle regole ferree della convivenza. 

           Esiste una cittadinanza di tipo economico, oggi intaccata in modo tangibile dal fatto che l’attività lavorativa non ha più quella forza e quello spessore che aveva un tempo, per cui l’accesso al lavoro non garantisce più la cittadinanza, in quanto la progressiva precarizzazione delle attività occupazioni non permette più o fa diventare più difficile realizzare un progetto di vita nell’ambito della identità sociale della persona. Altro aspetto negativo viene identificato nel fatto che nella società odierna la cittadinanza economica si sviluppa essenzialmente per ciò che uno ha e non per quello che uno fa.  

Nella società attuale viene meno la netta divisione tra il pubblico ed il privato, la politica si trasforma e diventa massificata e populista, fatta di eventi ed emozioni più che di obiettivi e di programmi. La televisione sottrae la politica agli spazi pubblici per introdurla nel privato, negli spazi domestici eliminando di fatto la partecipazione. La cittadinanza politica viene così ad affievolirsi, asciugando completamente la partecipazione fattiva alla vita decisionale della propria città e della società in genere.  

Esiste una cittadinanza della terza età, in cui trovano spazio quelle persone tra le più deboli della società, quegli anziani che non trovano accoglienza all’interno  delle proprie famiglie o che una famiglia non ce l’hanno e che hanno bisogno di tutto, dall’assistenza morale a quella sanitaria.  

Esiste una cittadinanza dei minori ed una degli emarginati, in cui si allocano i minori a rischio, gli extra comunitari, i rom, categorie che tutti evitano o guardano con diffidenza.  

Che cosa fare?  

Come cercare di compensare queste linee di evoluzione che appaiono maggiormente negative e preoccupanti?  

E’ innegabile che vi sono mutamenti che ormai sono difficilmente modificabili.

La tendenza a ricercare gratificazioni nell’immediato e a mal sopportare frustrazioni nel presente in cambio di gratificazioni nel futuro è abbastanza noto.

Obiettivo importante della comunità cristiana è quello di inculcare nelle persone e specialmente nei giovani la strategia che un ragionevole sacrificio di oggi produrrà un grande beneficio domani.

Importante diventa sradicare l’assunto che il consumismo è di vitale importanza all’interno della vita individuale.

Restituire dignità al lavoro ed alla professionalità piuttosto che all’arrivismo ed alla scalata sociale.

Problemi difficili da affrontare e da risolvere, in quanto le esperienze legate al piacere ed all’apparire hanno conquistato ormai uno spazio che non si restringerà tanto facilmente e velocemente.

La fragilità individuale e l’isolamento della persona non si risolverà tanto facilmente, anche perché non sarà facile ricostruire una rete di gruppi che possa sostenere persone e cittadini all’interno di una società che sta facendo evaporare “il capitale sociale” di relazioni e fiducia, sia interpersonale che verso le istituzioni.

E’ qui che occorre investire.  Suscitare fiducia, partecipazione e solidarietà all’interno della comunità, è questo l’obiettivo da porsi.

Occorre far diventare interessante la forza e la bellezza della relazione personale che si prolunga nel tempo e che si appoggia non tanto sulla immediatezza della gratificazione, ma sulla costanza dei rapporti.

Evidenziare in modo massiccio la differenza tra la merce e gli uomini. Inculcare il concetto di perseguire il bene comune, ossia l’insieme di tutte quelle condizioni della vita sociale che permettano tanto ai gruppi, quanto ai singoli di vedere da vicino la perfezione.  

La prima responsabilità della persona è quella di lavorare per diventare autenticamente cittadino del mondo.

La responsabilità del cristiano è quella di indagare la vita per aiutare la comunità ecclesiale a declinare i valori assoluti enunciati dal Vangelo.  

Purtroppo oggi, dal punto di vista delle esperienze personali, anche quelle spirituali e religiose vengono vissute in modo meno coinvolgente e meno determinante per la persona.

Le esperienze vengono vissute in maniera da potersene svincolare senza grossi svantaggi al momento del bisogno. E’ in questo senso che la società dei consumi diventa dominante. Per esempio: il tipo di orientamento nell’acquisire una relazione, un’esperienza, anche di tipo spirituale e religioso, che nel passato aveva una cogenza ed un peso estremamente importante ed un coinvolgimento profondo di tutta la persona, in una società in cui domina un’etica di consumo, questa relazione tende ad essere più superficiale, perché in questo modo posso svincolarmi quando voglio e mi lascia quindi più libero.  

Occorre, a questo punto, mettere in atto strategie contro ogni logica che discrimina la persona.

 Cosa si è fatto?

 La nostra comunità parrocchiale non è rimasta insensibile di fronte a questi problemi e tanto si è progettato e fino ad oggi realizzato, tra mille difficoltà.

 Dal gruppo di lavoro è emerso che non vi sono stati momenti di approfondimento circa la tematica legata alla “cittadinanza” in senso generale, ma occasionalmente si è avuto modo di affrontare problemi legati alla cronaca locale, senza fermarsi alle enunciazioni di principio, ma affrontando in maniera diretta i casi.

Specifici episodi avvenuti nell’ambito cittadino, presentati da quanti fanno volontariato nell’ambito della parrocchia, sono stati affrontati e risolti dal parroco, presenza forte e costante nella comunità.

Il gruppo ha sottolineato come sia indispensabile, innanzitutto, che le eventuali problematiche legate alla vita parrocchiale siano conosciute, per consentire a ciascuno di poter mettere a disposizione le proprie conoscenze e/o abilità utili non solo al bene della comunità parrocchiale, ma dell’intera cittadina; ovviamente, tutto ciò deve rifarsi ai principi dottrinali della parola di Dio, posti in essere con l’aiuto spirituale del Parroco.

 Attività svolte 

1.      Nell’ambito parrocchiale sono presenti due Case Accoglienza per anziani istituite e gestite dalla Parrocchia che, in assenza di strutture pubbliche, svolge assistenza a favore dei meno abbienti o comunque nei confronti di coloro non autosufficienti.

Tale attività assorbe energie economiche - molto spesso insostenibili — in quanto non sostenute da “rette a tutti i costi” e, pertanto, si deve spesso ricorrere al banco alimentare gestito dalla Caritas per limitare i costi.

Forte in tale ambito è la presenza dei volontari parrocchiali che, mettendo a disposizione tempo e abnegazione, affiancano i pochi dipendenti.

L’intreccio di tali energie e risorse favorisce una vita dignitosa a chi, ospite delle Case Accoglienza, trova da parte di coloro che operano non solo una disponibilità materiale, ma anche umana.

Tale realtà non può essere considerata come patrimonio esclusivo della Parrocchia, ma essa deve rappresentare un punto di riferimento duraturo della città e l’intera comunità cittadina deve impegnarsi affinché tale patrimonio non venga meno.

Tuttavia, come comunità parrocchiale si ritiene che la presenza delle Case Accoglienza non debba essere considerata esclusivamente nell’ottica della sostituzione di opere pubbliche inesistenti sul territorio comunale, bensì come vero momento di una moderna evangelizzazione nei confronti di persone fragili, che trovano, in tali strutture, conforto materiale e soprattutto spirituale mediante la presenza massiccia del Parroco e delle Suore che vi prestano la propria opera.  

2.            Dal 1995 sono stati portati avanti n.5 progetti a favore di minori e disabili e, precisamente:

- un progetto ex Legge 216 del 18.7.1991 per il sostegno scolastico ai bambini disagiati extracomunitari e nomadi, ed a favore di ragazzi reduci  da attività criminose;

- un progetto per il recupero di aree degradate esistenti all’interno della comunità parrocchiale e che ha visto impegnati circa 40 minori;

- un progetto promosso dalla Comunità Europea nominato “Civitas” che ha visto impegnati minori in stato di disagio e disabili;

- un progetto promosso dalla Comunità Europea nominato “Progetto Giocolandia” con cui si è realizzata una ludoteca per minori da 0 a 15 anni, con Baby Parking ed assistenza educativa e scolastica a minori in stato di disagio (estracomunitari, rom, ecc.)

- un progetto ex L.R.n.285 in favore dei bambini in  stato di disagio familiare.  

3.      Sono stati realizzati altri quattro progetti di grande importanza, quali:

- il progetto “Villaggio Sociale”, concernente attività ludiche, ricreative e manuali a favore di anziani e minori disabili, con l’ausilio dei giovani del Servizio Civile;

- il progetto “Raggio di Sole”, relativo alla assistenza a minori nell’ambito del sostegno scolastico ed al disagio minorile, con l’ausilio dei giovani del Servizio Civile;

- il progetto “I tempi della Terra”, concernente attività di studio della storia e delle tradizioni della nostra comunità locale, da cui è scaturita un pubblicazione di notevole interesse e che ha visto impegnati un numero considerevole di giovani e di anziani;

- il progetto “Sport in gamba”, riservato a giovani della comunità per l’attuazione di attività sportive di varia natura;  

4.      Con l’ausilio della Caritas si è data assistenza a circa 50  famiglie e minori tra extracomunitari e nomadi;  

5.      Si è attuato e si sta tuttora attuando il progetto sociale denominato “Messa alla Prova”, riservato a persone recluse per delitti contro le persone ed il patrimonio, al fine di tentare il loro reinserimento nella società in attività di assistenza a favore di anziani bisognosi e persone disabili;  

6.      Il Parroco è stato il promotore della nascita dell’Associazione di volontariato “ La Misericordia ” e ne è tuttora il Correttore;  

7.      Alla Parrocchia fa capo l’unica Associazione cittadina dell’AGESCI, la quale comprende circa 100 persone tra adulti, giovani e ragazzi;  

8.      E’ stato istituito un gruppo di volontariato “Madre Teresa di Calcutta” che, con l’ausilio di n.4 Suore della Carità, presta la propria opera caritatevole presso le due Case di Accoglienza per anziani sopraindicate;  

9.      L’istituto delle Suore Ancelle, con l’ausilio della Parrocchia, si occupa, tra le altre cose, dell’affido temporaneo di minori a rischio.  

10.  Le altre attività riguardano essenzialmente la gestione e la cura spirituale dei ragazzi, dei giovani e degli adulti dell’Azione Cattolica, sia in termini di catechesi che in termini di convegni e ritiri spirituali.  

Se le attività sopra descritte sono individuabili fisicamente, altre invece sono le difficoltà riscontrate per far fronte ai bisogni di altri soggetti della società quali ad esempio gli Immigrati, che non hanno punti di riferimento istituzionali perché molto spesso sono “clandestini” e che, quindi, ricorrono alla Parrocchia ed al Parroco, quale unico interlocutore.  

Il Gruppo ritiene rilevante attivare tutte le iniziative utili affinché essi escano dalla clandestinità, rilevando che molti degli Immigrati non sono a conoscenza che, per effetto dell’allargamento dell’Unione Europea, possono regolarizzare la loro situazione, con notevole possibilità di sbocchi lavorativi o di inserimento sociale.

E’ emerso altresì come sia indispensabile informare le famiglie che utilizzano spesso le donne immigrate come “badanti” — ma clandestine — che la loro regolarizzazione assicurativa permetterebbe a costoro “una vita” basata sui diritti e sui doveri, pari ai cittadini italiani. Ciò vale ovviamente anche per le aziende presenti sul territorio che spesso utilizzano i cittadini stranieri. La loro regolarizzazione - ha evidenziato il Gruppo - eviterebbe situazioni al limite della liceità, che spesso sono oggetto di cronaca.  

Sogno nel cassetto della Comunità parrocchiale è quello di realizzare una Casa Famiglia per minori in situazioni di disagio, progetto ambizioso che si intende perseguire con tenacia.  

Il Gruppo, così come emerso dal Convegno, ritiene che oggi più che mai si avverte l’esigenza di luoghi di ricezione e di elaborazione di una nuova antropologia Cristiana, affinché la Chiesa non venga più interpretata come “Soggetto Estraneo” alla vita sociale.

La Parrocchia può diventare luogo di discernimento comunitario all’interno del quale i laici, con le loro competenze e professioni, vogliono e dovranno svolgere il ruolo di trait d’union tra la Chiesa e la società civile.

Ciò sarà possibile solo in presenza di una scelta di vita condivisa.

In pari modo, il Gruppo ritiene indispensabile che la Chiesa si apra sempre più alle nuove esigenze di una società in continua evoluzione, che sia sempre più presente nei luoghi dei bisogni, spesso non identificabili fisicamente, ma legati a fenomeni che intersecano la nostra società civile.  

Il Gruppo rileva come sia indispensabile che la Parola di Dio venga legata alle problematiche quotidiane e che venga tangibilmente dimostrata la sua attualità, spesso assente nella normale omiletica.  

Nell’ambito della parrocchia vi sono esperienze di laici impegnati nel sociale e in quello politico-istituzionale che all’occorrenza si renderebbero disponibili ad affiancare il parroco per la risoluzione di problemi di varia natura.

Queste persone conservano un buon rapporto con la comunità parrocchiale e vivono la vita e le esperienze della comunità, anche se spesso vivono due vite parallele, con poca possibilità di agire in sinergia.

Infatti, al di là di poter portare la propria esperienza di vita cristiana nel proprio ambito di impegno sociale o politico, come potrebbe essere quello lavorativo, molto spesso si resta troppo isolati.

Si finisce per vivere il proprio impegno sociale e politico, fermo restando i valori e principi in cui si crede e poi vivere la vita di comunità come se fosse una cosa a sé stante ed è qui che bisogna intervenire per “arruolare forze nuove” alla causa della carità cristiana.

Si ritiene che per poter vivere l’impegno sociale o politico in maniera efficace sia necessario un maggior interessamento alle responsabilità per la città ed in particolare per la comunità parrocchiale, tra l’altro in forte crescita, stante che la Parrocchia è ubicata in una zona di notevole espansione urbanistica.

Ci si riferisce, soprattutto, all’impegno politico-istituzionale che sarebbe necessario con il proficuo apporto di coloro che vivono nella comunità parrocchiale.

Non si può continuare a tenere la comunità parrocchiale distante da quello che può essere l’impegno politico, inteso come interessamento ai problemi della città o ai problemi che quotidianamente ogni cittadino è costretto ad affrontare..

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