Sito della Parrocchia  San Nicola - Via Fiani -  Torremaggiore (FG)
Questo sito è ottimizzato per Internet         Explorer           5.0         o superiore ed una risoluzione video di 800x600 a 16bit di                   profondità di colore.

L’abete di Natale  2010

   

 

 

 

 

                                                                                

  

Vuole essere una breve storia di Natale dei nostri giorni che può diventare una bellissima realtà se si accettano e si mettono in pratica i doni che ci vengono offerti. Doni che faranno di noi degli uomini credibili e annunciatori della Parola.

 E allora……….

 C’era una volta ….anzi esiste oggi in un paese dauno, il nostro,  un grande abete di natale, la nostra Parrocchia, che incarna la Chiesa che vive in mezzo alle nostre case  ed esprime il volto più accessibile e vicino a noi. Suo compito è aiutarci  a vivere la nostra vocazione cristiana nella vita quotidiana alla santità ed essere dono gradito a Dio e ai fratelli, ciascuno nel proprio ruolo di  sacerdote, religioso/a, sposo/a, di padre e di madre, di famiglia, di persona celibe o nubile, di lavoratore e di studente, di bambino, anziano, giovane.

Per molti di noi la fede non è più la verità e certezza fondamentale della vita dove incontriamo Dio, ma si riduce ad una semplice opinione personale. Così per molti di noi battezzati la religione e di conseguenza Cristo ha ben poca importanza per la vita di tutti i giorni; il rapporto con Dio diventa una cosa privata; la pratica religiosa si riduce ad una scelta facoltativa e tante volte si rifugia in esperienze religiose o credenze emotive.

Il vento porta ai rami dell’albero domande religiose di tante persone  o una ricerca di Dio anche se confusa o parziale. Tale domanda si intreccia con una serie di bisogni umani di fraternità, di solidarietà, di incontro, di dialogo che possano aiutare a superare l’anonimato, l’estraneità di tanti ambienti e situazioni di vita, di lavoro, di sofferenze, di emarginazione. Ma arrivano anche  tante “domande umane” che esprimono i bisogni e le attese dei poveri e degli emarginati, privi di diritti dovuti alla dignità della loro persona ma anche di tante persone e famiglie che, pur avendo una  buona situazione economica, faticano a dare un senso alla propria vita.

 L’albero li ascolta perché ha un cuore capace di lasciarsi coinvolgere, li considera dei parenti, delle persone di famiglia a cui vuol bene, la propria comunità.

Oggi le persone hanno più bisogno di ascolto che di parole. Abbiamo imparato tutti a parlare, anche più lingue, e non siamo più capaci di ascoltarci. Soltanto quando diamo ascolto all’altro con attenzione e non distratti, con pazienza e non di fretta, con meraviglia e non annoiati, acquistiamo il diritto e l’autorevolezza di parlargli al cuore……. Non di rado il parlare esprime voglia di potere sull’altro, nasconde i nostri sentimenti di sfiducia e rifiuto….mentre l’ascolto attento del nostro albero diventa un grande servizio e un effettivo aiuto che si offre al fratello.

          Sotto quest’albero il nostro parroco ha messo tanti doni, quattro per ognuno di noi, non manca nessuno, ci siamo tutti. Sono tante scatoline variamente colorate che contengono tanti consigli suggeriti da Paolo VI per rendere sempre più bello e visibile da lontano il nostro abete di Natale.

I doni si aprono a Natale ma, la mia curiosità non ha resistito e sono andato a prendere i miei che sono esattamente come i vostri e non esito a scartarli.

                                                                                                            

 Diventare credibili

 Nelle prima scatolina trovo che  debbo collaborare, pregare e soffrire per il mio albero perché debbo considerarlo come una madre a cui la Provvidenza mi ha affidato. Debbo chiedere a Dio che esso sia casa di famiglia fraterna e accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti.

Spetta a me dare il mio contributo perché tutto questo si realizzi in pienezza. Io insieme agli altri, dico insieme e non da solo, debbo collaborare, pregare e soffrire perché la mia parrocchia sia  vera comunità di fede, di amore e di carità.

Apro la seconda scatolina e trovo che debbo rispettare i sacerdoti della parrocchia perché sono i delegati che Cristo mi ha assegnato, debbo guardarli con gli occhi della fede, valorizzarne i pregi  . Debbo prendere carico dei loro bisogni, aiutarli nel loro mandato e pregare ogni giorno per loro affinché possano affrontare i mille problemi quotidiani con responsabilità, nuovo vigore senza scoraggiarsi. Non debbo creare loro tanti problemi ma  portare soluzioni e collaborazione con umiltà e disinteresse. Non cercare di averli solo per me o per il mio gruppo , ma con generosità talvolta farne a meno e donare il loro tempo   agli altri: mio prossimo.

Nella terza scatolina trovo che debbo godere e sottolineare con tutti le cose belle della mia parrocchia, non criticare mai se qualcosa si ferma ma rimboccarmi le maniche, indossare il grembiule del servizio e fare tutto quello che mi viene richiesto anche se si tratta del lavoro più antipatico che nessuno vuol fare. Non debbo essere ambizioso, non primeggiare e soprattutto non creare partiti di opposizione come dice Paolo VI ma dare sempre il mio contributo per la comunione dei gruppi e la comunione dei fratelli nella comunità.

Il quarto dono infine mi consiglia di essere assiduo all’ascolto della parola, perseverante nella preghiera, unito nell’Assemblea Eucaristica, gioioso testimone di Cristo nel mondo e coraggioso annunciatore dei valori del Vangelo.

Per poter essere coraggioso annunciatore e testimone dei valori del vangelo dovrò pur avere un

 messaggio

 Il messaggio è quello che mi consegna  il Bambino che sta per nascere nel presepe e che parla di Amore del Padre , di Fraternità, di Carità, di Perdono,  di Accoglienza, di Umiltà e di Pace

 perché andare e perché proprio io

 Ogni lavoro che noi compiamo non inizia mai dal punto di avvio, ma sempre si fonda su ciò che hanno realizzato altri. Noi abbiamo la certezza che continuerà nel futuro per l’azione generosa di tante persone, ma soprattutto per l’opera dello Spirito che spinge la Chiesa nella sua missione evangelizzatrice. Altri hanno iniziato a portare il messaggio agli uomini di buona volontà, ora spetta a noi proseguire l’opera iniziata con la parola, l’esempio e l’azione perché l’abbiamo ricevuto, ce ne siamo innamorati e non possiamo non portarlo agli altri.

 Il racconto termina

 con me che vado a mettere sotto l’albero della Parrocchia la mia scatolina col mio regalo.

-----------

  Sotto quell’albero il parroco non troverà solo un regalo ma tante scatoline colorate …quelle di tutti noi.

 Quando le aprirà don Angelo leggerà con gioia la nostra  disponibilità…….il nostro “eccomi” e saprà che il nostro albero potrà crescere sempre di più, divenire sempre più alto ed essere visibile sempre da più persone.

(a cura di m.n.)

                               

                                                                         home

Sito della Parrocchia di San Nicola -  Torremaggiore (FG).